Segnale gps interrotto. Si incorre anche per il reato previsto dall’articolo 617-quater del Codice penale.
A mettere nei guai l’indagato proprio il Gps montato sulla sua macchina.
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Corrono il rischio di una condanna per un doppio reato i ladri seriali di auto che spengono il segnale Gps: furto aggravato e interruzione di sistema telematico.
La Corte di cassazione, con la sentenza, rende inammissibile il ricorso nei confronti dell’ordinanza di custodia in carcere emessa in relazione al reato di partecipazione ad associazione a delinquere finalizzata a furti aggravati di autovetture.
Il solito sistema della catena di “smontaggio”. Le auto venivano parcheggiate in un posto sicuro dove i complici della banda sceglievano le parti buone lasciando solo la scocca.
L’utilizzo del Jammer e del lettore Obd
La banda, che lavorava nei territori Pugliesi, usava dispositivi elettronici complessi.
I strumenti erano capaci di bloccare il segnale gps ed il funzionamento dei dispositivi di localizzazione satellitare di cui erano equipaggiate alcune delle auto rubate.
I ladri utilizzavano il congegno denominato Jammer, insieme al lettore Obd codificatore delle chiavi.
Ma l’idea di mettere fuori uso il segnale gps costa al ricorrente anche la contestazione per il reato previsto dall’articolo 617-quater.
Il reato scatta nei confronti di chiunque « fraudolentemente intercetta comunicazioni relative a un sistema informatico o telematico o intercorrenti tra più sistemi, cioè le impedisce o le interrompe» .
Con una pena prevista che spazia da sei mesi a quattro anni. Ironia della sorte, ad “incastrare” l’indagato era stato proprio un Gps montato sull’auto usata, con un compare, per compiere i furti.