Occultare un "cellulare spia o una microspia gsm" nell’ autovettura della ex compagna per sapere i suoi segreti non è un reato. L'autovettura infatti, rammenta la Cassazione, non può essere ritenuta un "luogo di privata dimora" e se lo "spione" utilizza una classica microspia non c'è nessuna legge che può vietarlo. Praticamente, allo spione, basta occultare nell'autovettura una microspia gsm che, accesa a distanza, permette di sentire ciò che viene detto all’interno dell’autovettura.
La Cassazione ha perciò rigettato senza appello il ricorso della procura di Potenza che aveva invece avanzato l’arresto per i due spioni che avevano occultato una microspia gsm nell’automobile della ex ragazza di uno dei due dopo la scelta della donna di troncare il rapporto.
Già il gip del tribunale lucano si era schierato per il NO alla richiesta di arresto illustrando che non potevano essere contestati i reati di illecita interferenza nella vita privata e installazione di apparecchiature per intercettazioni abusive. Ma il pubblico ministero non si è dato per vinto e dopo un ricorso al riesame, pure respinto, si è rivolto alla Suprema Corte. I giudici della quinta sezione penale, con la sentenza 28251, hanno confermato prima di tutto che l’autovettura non può essere ritenuta "luogo di privata dimora" e dunque non è possibile supporre il reato di illecita interferenza nella vita privata che, precisa la Cassazione, "tutela la riservatezza delle persone in relazione all’ambiente".
Praticamente, se i dialoghi fossero avvenuti in una abitazione o in ufficio "l'intrusione" sarebbe stata illegittima. Ma in un’autovettura "sulla pubblica strada" no, non c'è alcuna tutela giuridica. A condizione che lo spionaggio avvenga con una semplice microspia gsm, come ad esempio un cellulare spia, e non invece tramite dispositivi che "si inseriscono nella trasmissione dei dati". Insomma, se contro le intercettazioni illegali interviene la legge, dai spioni indiscreti bisogna difendersi da soli.