Cos’è il reato di spionaggio industriale

Che cos’è lo spionaggio industriale?


Lo spionaggio industriale è la sottrazione illecita di informazioni aziendali e di dati commerciali che, vista la loro rilevanza, erano stati accuratamente tenuti segreti. A essere vittime, spesso, sono le realtà imprenditoriali che avevano pianificato strategie di marketing, realizzato brevetti o invenzioni scientifiche o che si accingevano a mettere in commercio prodotti di ultima generazione o servizi all’avanguardia.

In un mercato sempre più competitivo, come quello odierno, la sottrazione indebita di informazioni che rappresentano il know-how di un’impresa, può arrecare danni di considerevole entità alle attività che sono state frodate. Con lo spionaggio industriale, quindi, i progressi essi a punto dalle aziende rischiano di diventare nulli. Ragion per cui, è di fondamentale importanza innalzare i livelli di protezione contro questo pericolo: solo in questo modo, infatti, nel mondo del business si riducono le probabilità di essere coinvolti in dinamiche concorrenziali alquanto scorrette che avvantaggiano altri operatori di mercato.

Che cos’è il reato di spionaggio industriale? Come si configura?


Il reato di spionaggio industriale è la sottrazione o la rilevazione di segreti aziendali o professionali. Diverse sono le modalità con cui si configura: può essere esterno o interno, a seconda dell’agente che lo commette.

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Nel primo caso, viene ordito mediante infiltrazioni clandestine all’interno della rete informatica: eventuali falle o vulnerabilità permettono ai malintenzionati di accedere clandestinamente a tutta una serie di informazioni sensibili che chiamano in causa i processi produttivi o le strategie di marketing. In questa casistica, il reato in oggetto è commesso tramite attività di cyber-spionaggio industriale. Installare poi microspie o intercettare le conversazioni telefoniche può dar luogo alla perdita di vantaggio competitivo.

Nel secondo caso, invece, sono dipendenti, ex dipendenti, collaboratori, soci o consulenti a commettere il reato in questione, nel momento in cui rivelano alla concorrenza informazioni rilevanti per le sorti di un business.

I soggetti interni di un’impresa, d’altronde, sarebbero facilitati quando c’è da accedere ai segreti aziendali.

A prescindere dai soggetti che rivelano questi dati sensibili, il reato di spionaggio industriale viene severamente punito.

Articolo 623 del Codice Penale


Ai sensi di quanto sancito all’interno dell’articolo 623 del Codice Penale, chi compie il reato di spionaggio industriale, con l’intento di trarre profitto o di avvantaggiare altri operatori di mercato, viene severamente punito: la pena è la reclusione sino a due anni. Anche chi acquisisce informazioni sensibili e segreti commerciali in maniera abusiva va incontro alla stessa pena.

Vi è poi un’aggravante: a fronte di violazioni della rete informatica, le pene possono essere ancora più aspre. La giurisprudenza, poi, sottolinea come per commettere questa tipologia di reato sia sufficiente sottrarre informazioni facenti parte del know-how aziendale e non necessariamente metodologie di progettazione o brevetti.

La parte offesa, nel momento in cui è vittima del suddetto reato, ha tre mesi di tempo per querelare i soggetti che hanno causato la fuga di notizie e gli operatori di mercato che si sono avvantaggiati dal reato di spionaggio industriale.

Far rivalere i propri diritti in sede giudiziaria può dar luogo a sostanziosi risarcimenti.

Quali sono i danni derivanti da attività di spionaggio industriale?


L’impresa vittima di attività di spionaggio industriale viene danneggiata non solo dal punto di vista finanziario, ma anche a livello di immagine: il furto di protocolli interni, di nominativi di fornitori, di anagrafiche dei clienti, di brevetti, di strategie di marketing, del listino prezzi con relativa scontistica è una seria minaccia.

Queste informazioni, dato il loro peso strategico, vanno difese nella maniera opportuna, affinché i competitor non ne traggano indebito vantaggio nel momento in cui un malintenzionato intendesse danneggiare un’impresa favorendo la fuga di notizie riservanti. Anticipare il lancio di un prodotto sul mercato, mettendo in pratica un’idea simile, far firmare un contratto a un manager, che si sapeva con netto anticipo che si sarebbe dimesso, arreca danni seri alle realtà imprenditoriali divenute bersaglio dello spionaggio industriale.

Ed è proprio per questo motivo che diventa di fondamentale importanza contrastare sul nascere il problema della fuga di notizie. Non a caso, sempre più imprese reclutano professionisti che lavorano in agenzie investigative, i quali hanno pluriennale esperienza quando si tratta di indagini aziendali.

Costoro optano per bonifiche telefoniche e ambientali, volte a rilevare la presenza di eventuali microspie o di software spia installati sulle postazioni multimediali in uso (pc, laptop, tablet, smartphone). In seguito, passano all’accurato controllo della rete informatica, affinché vengano sottolineate possibili falle.

Successivamente, viene monitorato il comportamento di dipendenti, consulenti, collaboratori e soci: i patti di non concorrenza, ad esempio, non vanno mai violati. Per quanto riguarda gli ex dipendenti, si effettuano controlli sui loro curriculum e sulle esperienze lavorative prima della loro assunzione. Lo stesso dicasi per i dipendenti neo-assunti.

Prevenire la minaccia della sottrazione di dati e di informazioni sensibili è decisamente più semplice in questo modo.

Conclusioni


Va tenuto sempre presente che quando si tratta di spionaggio industriale, è necessario portare prove tangibili dei comportamenti illeciti: prove che hanno valore legale, infatti, consentono alle agenzie investigative di supportare con successo le parti lese.

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Autore

  • Francesco Polimeni

    Francesco Polimeni è un esperto riconosciuto nel campo del Technical Surveillance Counter Measures (TSCM), con oltre trent'anni di esperienza nel settore della sicurezza e del controspionaggio.

    Dopo una carriera come agente della Polizia di Stato, ha fondato Polinet S.r.l. a Roma, un'azienda leader nelle bonifiche elettroniche e nella vendita di dispositivi di sorveglianza.

    Dal 2001 è Amministratore Unico della Polinet S.r.l., tra le società leader in Italia esperte in tecnologie di Controsorveglianza e Anti Intercettazioni.

    La sua specializzazione include la bonifica di microspie in ambienti privati e professionali, nonché la rimozione di localizzatori GPS nascosti nei veicoli.

    Polimeni è anche un volto noto nei media italiani, avendo partecipato a numerose trasmissioni televisive di rilievo come "Porta a Porta" e "Matrix", dove è spesso invitato come esperto per discutere di tematiche legate alla sicurezza delle informazioni e al controspionaggio.

    La sua attività non si limita alla capitale; infatti, offre i suoi servizi di bonifica in tutta Italia, mantenendo un alto livello di riservatezza e professionalità in ogni intervento.

    Francesco Polimeni è iscritto al Ruolo Periti ed Esperti dalla C.C.I.A.A. di Roma al numero *** RM-2368 *** quale "Esperto in Sistemi di Prevenzione del Crimine".

    Competenze chiave:

    - Bonifiche elettroniche e rimozione di dispositivi di sorveglianza

    - Consulenze tecniche per la prevenzione del crimine

    - Utilizzo di tecnologie avanzate per il rilevamento di localizzatori GPS

    - Esperienza pluriennale nel settore TSCM e controspionaggio

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