Bignami spionistico. Ripasso generale per gli apprendisti stregoni spediti via web tra Montecitorio e Palazzo Madama. Il Copasir non è una malattia cutanea ma l’importante Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Controlla (o cerca di controllare) i servizi segreti, ed è composto da cinque deputati e altrettanti senatori nominati dai Presidenti delle due Camere in modo da rappresentare proporzionalmente le principali forze politiche che le compongono. Il Presidente del Comitato viene eletto tra i componenti dei gruppi parlamentari dell’opposizione, recita la legge. Ora cerchiamo di capire i pro e i contro all’ipotesi che, dopo la presidenza D’Alema, adesso tocchi al Movimento 5 stelle quell’importante presidio di legalità sul fronte della nostra sicurezza nazionale.
Allarme rosso Nato. La questione è già stata affrontata in sede Nato e nelle principali capitali atlantiche. Passaggio chiave, la compatibilità del segreto di Stato con la diretta streaming delle sedute imposta dal Movimento. L’Italia finalmente desecretata. In un certo senso. Esempio classico e di stretta attualità spionistica: «La Siria verso la pacificazione interna senza armi di distruzione di massa», diranno al Copasir. Tradotto nei fatti: sta per partire l’attacco aereo Nato su Damasco con la scusa dei gas nervini che li abbia o non li abbia Assad. Altra situazione tipo: «Ora debellata la pirateria somala nel mare di Aden», annuncia la cittadina Lombardo, novella delegata Mata Hari in oscuro Copasir? Avremo così certezza del prossimo sequestro di una nave da crociera piena zeppa.
Quanto segreto nel segreto? Già menti sopraffine hanno elaborato la strategia del “cornetto” proposta dal braccio operativo della Cia in Italia nella sua succursale di Doney, in via Veneto. Quanto segreto finto ci dove essere nell’impasto per tutelare il segreto vero? Tra ripieno di crema o marmellata, soltanto pasta frolla. All’Aisi, stanno preparando un prontuario delle bugie di Stato ammesse, con allegate, le traduzioni da post streaming concordate. All’Aise, telex e messaggi in tutti i codici segreti noti e ancora da inventare a supplicare i servizi “amici” di non dirci più nemmeno la data del compleanno del loro capo di Stato per non vedere tutto sputtanato dal cittadino di turno al Copasir. Segno della svolta, visite scolastiche a forte Braschi con piantina timbrata “top secret”.
Glossario del segreto. Lettera A, Aisi, Aise, come già visto. B, Braschi, forte, sede segreta dei servizi segreti esteri, via Gioacchino Ventura, 00167 Roma. C, Cai, che non è il Club Alpino Italiano e che le ascensioni le fa su costosissimi Falcon. D, Dis, Dipartimento Informazioni per la Sicurezza. E, Esposito Arturo, generale CC, direttore Aisi. F, Foffi, ammiraglio, aspirante direttore Aise. G, Garanzie funzionali per pararsi il culo dai magistrati impiccioni. H, humint, spionaggio umano praticato solo a Holliwood. I, come Infiltrato. L, come Livello di sicurezza. M, come Massolo Giampiero, direttore Dis, ex ambasciatore pentito. N, come Nulla Osta Segretezza anche per la pulizia dei cessi. O come Operazione. P, come Penetrazione, senza dettagli sul penetrando.
Per farla breve. Per accorciare l’alfabeto dell’intelligence elementare, riteniamo utile segnalare solo le lettere S e W. Esse come Santini Adriano, attuale direttore dell’Aise, generale di Corpo d’armata e prossimo pensionato tra circa un anno. Infine la magica W (dabliu, come quella messa nel mezzo dai Bush per distinguere il babbo furbo dal figlio scemo), lettera che per noi indica Warning, cioè pericolo. Quando è Dabliu, scappa prima e più in fretta che puoi che rischi di finire impelagato in una “torta gialla” di minerale di uranio del Niger che in Italia assume consistenza ed odori più comunemente riferibili a deiezioni umane molto più consuete. Al neo cittadino-onorevole Cinque stelle è consentito l’uso desecretato della parola “Cacca”. Vietato diffondere espressioni più forti.
Prossima simulazione. Ora, nella fantasia perversa del mondo dell’intelligence dove nulla di quanto si dice apertamente significa ciò che appare, ma tutto ciò che appare può avere una verità almeno doppia, la situazione prevedibile del dibattito streaming tra i vigili militanti grillini propone alcuni inconvenienti. Facciamo il caso della Siria. «Fonti amiche radicate nell’area denunciano uso gas da forze lealiste». Quesito web: ma che vuol dire? “Che il Mossad insiste ad accusare Assad di uso dei gas”, spiega il furbo del gruppo. «Altre fonti elevano dubbi su potenziali fruitori dell’arsenale». E questo? “Sei proprio scemo. La Cia dice che il Sarin potrebbe essere nelle mani dei jihaddisti e dice a Israele di darsi una calmata”. “Adesso studio tutto su Wikipedia che a noi non ci fregano!”.
Fonte Globalist