Spiare, occultare o nascondere in casa un micro registratore audio o delle microspie per registrare quello che il partner dice al telefono può comportare una condanna penale per interferenze illecite nella vita privata.
Non interessa se si tratta di un coniuge o di un convivente che non abita stabilmente in casa: registrare di nascosto, le conversazioni di quest’ultimo è vietato e comporta una condanna per il reato di interferenze nella vita privata. Lo ha stabilito la Cassazione in una recente pronuncia Cass. Pen. 9235/2012
Spiare o intercettare con delle microspie una persona all’interno del domicilio è sempre illecito. E ciò vale sia nel caso in cui si tratti di coniuge, sia di convivente stabile, sia occasionale.
Ciò che infatti viene tutelato dalla norma del codice penale è che la vittima, proprio perché si trova in un luogo ove si svolgono episodi significativi della propria vita privata (tale è la casa di abitazione, anche se occasionale), è di regola fiduciosa che in tale posto sia tutelata la propria privacy. Essa infatti confida che, all’interno delle quattro mura domestiche (anche se non di sua proprietà), possa godere di riservatezza: pertanto è maggiormente esposta e vulnerabile nei confronti di un comportamento subdolo e sleale da parte della persona cui è affettivamente legata.