I Servizi Segreti gridano al “pericolo” ma nessuno sembra ascoltarli…

servizi segretiDovrebbe mettere in allarme la relazione dei Servizi Segreti italiani consegnata al Parlamento nei giorni scorsi: si parla, senza perifrasi, di “estesa e multiforme” minaccia anarco-insurrezionalista e di “azione aggressiva di gruppi esteri” tendente ad acquisire “patrimoni industriali, tecnologici e scientifici nazionali”, nonché “marchi storici del made in Italy” a seguito del perdurare della crisi economica nazionale. Un allarme dei servizi segreti che sta passando quasi inosservato nell’attuale momento nel quale l’attenzione generale è puntata principalmente sulle vicissitudini elettorali e alle prospettive nebulose della costruzione del nuovo Governo del Paese.

C’è da chiedersi come sia possibile che governanti in uscita, politici vecchi e nuovi (Grillo in testa!) si mostrino così indifferenti alla pesante relazione dei Servizi Segreti sottoposta all’esame di chi dovrebbe avere a cuore – no stop – la sicurezza della collettività, preferendo invece scambiarsi insulti che non commuovono nessuno. Un interrogativo che, probabilmente, resterà senza risposta, una “vox clamantis in deserto” mentre la Casa-Italia brucia. E’ evidente che i nuovi deputati e senatori eletti, ora come ora, pensano soprattutto al loro destino, al prossimo temporaneo Governo che qualcuno riuscirà a mettere insieme. Un Governo che nessuno può prevedere quanto durerà e “se” durerà, poiché già molti pronosticano che si dovrà tornare alle urne.

C’è comprensibile confusione, ma è nella confusione che il pericolo si alimenta e cresce, è nell’incertezza generale che possono maturare eventi “poi” difficile da tenere sotto controllo. I Servizi Segreti italiani avvertono che c’è un “innalzamento del livello della minaccia” dovuto all’attuale situazione economica, individuando anche i possibili “scenari di scontro”: i poteri economico-finanziari, le forze dell’ordine e le forze armate, le lotte ambientaliste, l’opposizione al “dominio tecnologico”, gli autori delle riforme del welfare e del lavoro.

Ma non è tutto qui il pericolo (!): in diverse banche italiane emergono livelli di rischio “per le opacità dei capitali apportati”, per l’ingresso di nuovi soci “dal profilo ambiguo” e per la “distorta gestione del credito da parte di esponenti aziendali sleali”. Non solo. I Servizi Segreti italiani mettono in guardia in merito alla nascita in Italia delle prime filiali di banche asiatiche che, “rivolte oggi principalmente ai propri connazionali residenti in Italia, possono costituire la premessa all’ampliamento della concorrenza allogena nel nostro Paese, con rischi di erosione di importanti quote di mercato per gli operatori nazionali”.

Il Dipartimento informazioni e sicurezza, diretto da Giampiero Massolo, mette sotto la lente d’ingrandimento una situazione che può diventare esplosiva al possibile accentuarsi della crisi che il Paese attraversa. Ebbene, così come in campagna elettorale da parte dei leader non si sono sentiti programmi da attuare, ora nell’attesa della formazione di un Governo, leader, dirigenti e militanti di partito sembrano non ascoltare, non vedere e non parlare di ciò che ci aspetta dietro l’angolo. I neo deputati, i neo senatori è come se vivessero su un altro pianeta, è come se le “cose” di questa Terra, di questo Paese non appartenessero alla loro sfera d’interesse. Tutto ciò a meno di un mese dalla loro elezione: hanno dimenticato che la loro elezione è stata voluta dai cittadini che intendevano essere rappresentati da loro affinché venissero risolti problemi comuni a tutti. Hanno già dimenticato il significato del mandato loro affidato…

Fonte Cataniaoggi

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Autore

  • Francesco Polimeni

    Esperto blogger nel settore della sicurezza e della sorveglianza. Condivide la sua vasta esperienza in questo campo, offrendo consigli, approfondimenti e aggiornamenti sulle ultime tecnologie e tendenze in materia di sicurezza e privacy. La sua expertise nel settore è rinforzata dalla sua lunga carriera e dalla profonda conoscenza delle tecniche di sorveglianza e contro sorveglianza.

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