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- Tutti, prima o poi, abbiamo avuto la sensazione di essere seguiti da qualcuno.
- Come strumentazione abbiamo una telecamera spia, ovviamente come prova un filmato è molto meglio di una foto.
- L’investigatore privato collabora con le forze dell’ordine?«Può succedere, l’unico servizio che ho fatto e che successivamente ha coinvolto le forze dell’ordire riguardava una signora che riceveva minacce anonime: lei aveva un dubbio e ci ha inviato da una persona che poi è risultata effettivamente lui, è stata arrestata e poi siamo stati interrogati per testimoniare».
- Quali sono le caratteristiche più importanti da possedere per chi svolge un lavoro come il tuo?«Il lavoro non è dei più leggeri.
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Tutti, prima o poi, abbiamo avuto la sensazione di essere seguiti da qualcuno.
In alcuni casi questa sensazione potrebbe essere vera, e a seguirci potrebbe essere un investigatore privato.
Una figura professionale spesso protagonista nel mondo giallo, ma molto meno conosciuta per come è davvero.
Per conoscere meglio gli aspetti di questo lavoro abbiamo voluto intervistare Nicola.
Un ragazzo di 31 anni che da quasi tre lavora come investigatore privato.
O più correttamente come “consulente investigativo per indagini”, dopo avere iniziato totalmente per caso.
Come diventare investigatore privato? Ti piace questa professione?
«Sì mi piace molto e ho cominciato a fare l’investigatore privato quasi per caso.
Mentre cercavo lavoro per mantenermi ho mandato un po’ di curricula e tra gli annunci che ho trovato on line ne ho trovato uno in cui cercavano personale da inserire in un organico per un’agenzia investigativa come “pedinatore”.
Ho inviato il curriculum, sono stato contattato e mi hanno fatto fare test con pedinamenti simulati; una volta che hanno visto come lavoravo abbiamo avviato la collaborazione e da li è cominciato tutto.
Come procedete durante un’investigazione?
«C’è il classico appostamento dell’individuo che si sospetta fare una determinata attività, oppure il pedinamento, in cui bisogna seguire una persona nei suoi spostamenti.
Quali sono i servizi più richiesti nelle investigazioni private?
«Direi che da quando ho iniziato a fare l’investigatore privato mi è capitato di lavorare principalmente su casi di tipo matrimoniale.
Adesso, in periodo di crisi, il privato è un po’ calato, mentre gli aziendali confermano sempre la richiesta di servizi, grazie ad attività quali controlli mutua o spionaggio industriale.
Ci sono periodi in cui lavorate meno? Hai mai dovuto andare all’estero?
«I lavori morti capitano, essendo un lavoro a chiamata, quindi in base alla quantità di lavoro e ai servizi ci sono periodi in cui non ci si ferma un attimo e periodi più tranquilli, come ad agosto.
Durante l’anno capitano molti casi matrimoniali, mentre d’estate ci sono più servizi di tipo aziendale, riguardanti soprattutto i controlli mutua.
All’estero sono andato anche se non spesso, solamente se la persona da seguire partiva. Mi è capitato di andare a Capoverde, in Svizzera e in Spagna».
Quanto può durare una giornata di lavoro e che strumentazione utilizzate?
«Dipende, possono essere 4 ore di indagine come 12-15.
Come strumentazione abbiamo una telecamera spia, ovviamente come prova un filmato è molto meglio di una foto.
Poi un registratore per annotarsi quello che succede, la macchina, e attrezzatura come ad esempio antennine gps calamitate che vanno messe sotto la macchina del soggetto da seguire, per fornire la posizione della macchina del soggetto da pedinare».
E’ mai capitato che ti scoprissero?
«Sì è capitato, e solitamente ci sono diverse tipologie di comportamenti delle persone che scoprono di essere pedinate.
Dalla persona che cerca di fuggire con la macchina, a quello che si ferma e scende dall’auto apposta per dimostrarti che ti ha visto.
Al tizio più pericoloso che fa finta di niente, si lascia pedinare per poi portarti a qualche via chiusa dove c’è qualcun’altro ad aspettare…».
L’investigatore privato collabora con le forze dell’ordine?
«Può succedere, l’unico servizio che ho fatto e che successivamente ha coinvolto le forze dell’ordire riguardava una signora che riceveva minacce anonime: lei aveva un dubbio e ci ha inviato da una persona che poi è risultata effettivamente lui, è stata arrestata e poi siamo stati interrogati per testimoniare».
Che tipo di contratto avete?
«In tre anni il mio contratto è cambiato ogni anno.
All’inizio avevo Partita IVA, poi dopo un anno ho cambiato agenzia e ho avuto un contratto a progetto.
Da quest’anno invece la Federpol, la Federazione Italiana Investigatori Privati, ha stilato un contratto apposito per la nostra categoria, essendo il nostro un lavoro a chiamata.
Ora io ho un contratto a tempo indeterminato con contributi, ferie, tredicesima e quattordicesima».
Quanto può guadagnare un investigatore privato?
«Dipende dalla mole di lavoro, da un minimo di 800 euro al mese ad un massimo di 4.000, anche se generalmente lo stipendio medio è di circa 1.500 euro».
I pro e contro del tuo lavoro?
«A me piace non avere un orario fisso, anche se il primo anno è stata molto dura avere una vita sociale normale.
Capita infatti che ti chiamino in ogni momento, la disponibilità è di 24 ore tutti i giorni.
Nessuno ti obbliga ad accettare, si può anche dir di no, ma si perde la giornata di lavoro e tante agenzie dopo troppi “no” non ti chiamano più».
Quali sono le caratteristiche più importanti da possedere per chi svolge un lavoro come il tuo?
«Il lavoro non è dei più leggeri.
Capita di fare appostamenti di parecchie ore stando in macchina, è necessario avere capacità di adattamento per le situazioni critiche, molta pazienza e attenzione».
Hai qualche consiglio per chi vuole intraprendere questa attività?
«All’inizio è molto dura perché l’agenzia deve capire che persona sei e testarti.
Quindi deve riuscire a darti fiducia poiché si lavora su dati sensibili: ad esempio su un matrimoniale si rischia di rovinare la vita a una persona.
Per cominciare si viene chiamati solo in occasione di servizi più semplici, si lavora con un agente più esperto, comunque ribadisco, ci vuole anche tanta pazienza a livello personale».
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